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[XviD - ITA MP3] Alessandro Bergonzoni - Le balene restino sedute [tntvillage.org]
Infohash:
E73413E7119412A82EDFABC8C6A47452C1D6A327
Type:
Movies
Title:
Le Balene Restino Sedute (1989), [XviD - Ita Mp3] TNT Village
Category:
Video/Other
Uploaded:
2015-07-07 (by ebasso)
Description:
.: Release Originale:.
http://forum.tntvillage.scambioetico.org/index.php?showtopic=88095
.: Copertina :.
http://i.imgur.com/pNkM8dN.jpg
.: Scheda Del Film :.
Titolo: Le balene restino sedute
Nazionalità: Italiana
Autori: Alessandro Bergonzoni
Anno: 1989
Genere: Spettacolo teatrale
.: Recensione :.
Le balene restino sedute[/b]
"il manifesto", 12 dicembre 1989
Un comico si aggira per l’Italia. Non fa la parodia dell’universo televisivo e non si diverte a scimmiottare la pubblicità Non ride/piange sulle miserie della generazione dei trentenni. Non fa satira di costume né sociologia spicciola. Ignora le macchiette dialettali, anche se viene chiaramente da Bologna. Non prende in giro la gobba di Andreotti né le palle di Craxi. Insomma, è un comico eccentrico, in un’Italia che sembra popolata di nuovi comici e aspiranti reduci di Drive In.
Eppure, ciononostante, Alessandro Bergonzoni fa ridere, per ore intere, come è accaduto al Ciak di Milano, dove ha debuttato il suo nuovo spettacolo, Le balene restino sedute (edito anche in formato libro da Mondadori). Quella di Bergonzoni è una comicità fatta soltanto di parole. È un attrezzo che smonta e scardina il linguaggio per atterrare in mondi surreali e inattesi. Una macchina che crea in continuazione paesaggi sconclusionati, abitati da personaggi adorabili e fantastici oppure sanguinari e sconvolgenti.
Quando si lascia sfuggire un accenno ai suoi "padri spirituali", Bergonzoni cita il Burchiello – ovvero Domenico di Giovanni, barbiere e poeta del Quattrocento, cui perfino le antologie scolastiche dedicano qualche riga: ed è il piacere dell’eversione linguistica, dell’invenzione sorprendente e gratuita, degli accoppiamenti poco giudiziosi. E cita anche i fratelli Marx: per il ritmo incalzante, per la torrenziale sarabanda di schegge di follia che sbalordisce e stordisce gli spettatori.
Perché in questa partita, tutti i mezzi sono buoni per sorprendere, dal sublime al banale dal trionfo della stupidità ("Fermò un camion di rane e si fece portare da una di loro a Vigevano dove c’erano certe leggi che adesso non ci sono più") al lampo di genio ("Quando il sogno finì, Ivan pensò a cosa avrebbe detto Freud se fosse stato ancora vivo. Probabilmente avrebbe detto: "Però, sono un bel po’ longevo").
Quelle applicate da Bergonzoni nella creazione delle sue surrealtà sono grammatica, sintassi, logica e buonsenso trionfalmente ribaltati. A cominciare dal gusto privato di spezzare le associazioni giudiziose ("gli Assiri, una volta tanto finalmente senza i Babilonesi, che quel giorno erano malati") o di far esplodere elenchi e classificazioni ("era comunque una femmina tutta casa, chiesa, scuola, lattaio, fornaio, droghiere, cartolaio, e poi di nuovo casa, quindi non stava fuori sempre"). Oppure lascia fantasticare di scienze immaginarie (fonte principale, la fantomatica "Enciclopedia del quieto vivere"), s’inventa giochi da Oulipo, come un mondo senza P (abitato da "Latone, Aeron de’ Aeroni, Aa Giovanni eccetera").
Disfa frasi fatte ("un bel dì, che viene dopo il bell’a, il bel bi e il bel ci"), partecipa nel suo furore tassonomico a olimpiadi dell’assurdo: "gare di statura, movimento terra, rotazione pianeti, sollevamento coperchi per buoni diavoli, corsi di roccia sui pattini, gare di morsi e rimorsi, gatta buia, gare di saluti e commiati, corsa sugli ombrelli (tra l’altro dolorosissima)..." e così via), rende omaggio ai grandi del passato ("Guglielmo Manzoni, inventore dei Promessi Sposi per radio"), si lancia in attacchi folgoranti ("Quel mattino il sole era alto e i sette nani invidiosissimi come al solito").
Rigorosamente sconclusionata e allegramente crudele, percorsa da inevitabili e matematici istinti omicidi, la comicità di Bergonzoni si nutre della possibilità di creare infiniti universi paralleli, tutti ugualmente sconclusionati autarchici. Attraverso lo scontro tra le regole del mondo quelle del linguaggio, tiene accesa la scintilla di una eterna e gratuita ribellione. Da queste imprevedibili provocazioni enigmistiche, da questi intensi e poetici (e poco giudiziosi) accoppiamenti immagini nasca la carica liberatoria dei suoi spettacoli.
.: Scheda Tecnica DivX :.
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